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venerdì, novembre 30, 2007

Un sogno dentro un sogno...



Questo mio bacio accogli sulla fronte !
E, da te ora separandomi,
lascia che io ti dica che non sbagli
se pensi che furono un sogno i miei giorni;
e, tuttavia,
se la speranza volò via in una notte o in un giorno,
in una visione o in nient'altro,
è forse per questo meno svanita ?
Tutto quello che vediamo,
quel che sembriamo
non è che un sogno dentro un sogno.
Stò nel fragore di un lido
tormentato dalla risacca,
stringo in una mano granelli di sabbia dorata.
Soltanto pochi !
E pur come scivolano via, per le mie dita,
e ricadono sul mare !
Ed io piango - io piango !
O Dio !
Non potro' trattenerli con una stretta più salda ?
O Dio !
Mai potro' salvarne almeno uno, dall'onda spietata ?
Tutto quel che vediamo,
quel che sembriamo,
non è che un sogno dentro un sogno ?


E. A. Poe

giovedì, novembre 29, 2007

Perla di saggezza...serale.-

Non è detto che chi ti getta nella merda, ti voglia fare del male...
come non è detto che chi ti tira fuori dalla merda, ti voglia fare del bene....
in ogni caso, se sei nella merda fino al collo....resta con la bocca chiusa !!

domenica, novembre 25, 2007

...ho messo via...




Ho messo via un pò di rumore, dicono così si fà, nel comodino c'è una mina e tonsille da seimila watt.

Ho messo via i rimpiattini, dicono non ho l'età, se si voltano un momento io ci rigioco perchè a me... và.

Ho messo via un pò di illusioni che prima o poi basta, così ne ho messe via due o tre cartoni, comunque so che sono lì.

Ho messo via un pò di consigli, dicono è più facile, li ho messi via perchè a sbagliare sono bravissimo da me.

Mi sto facendo un pò di posto e che mi aspetto, chi lo sà che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.

Ho messo via un bel pò di cose, ma non mi spiego mai il perchè, io non riesca a metter via te.

Ho messo via un pò di legnate, i segni quelli non si può, che non è il male nè la botta ma purtroppo il livido.

Ho messo via un bel pò di foto, che prenderanno polvere sia su rimorsi che rimpianti che rancori e sui perchè.

Mi sto facendo un pò di posto e che mi aspetto, chi lo sa che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.

Ho messo via un bel pò di cose, ma non mi spiego mai il perchè, io non riesca a metter via te.

In queste scarpe e su questa terra, che dondola dondola dondola dondola con il conforto di un cielo che resta lì.

Mi sto facendo un pò di posto e che mi aspetto, chi lo sa che posto vuoto ce n'è stato ce n'è ce ne sarà.

Ho messo via un bel pò di cose, ma non mi spiego mai il perchè io non riesca a metter via riesca a metter via, riesca a metter via te....


Ligabue

...


"...vivo spesso nella zona del crepuscolo...
quando il giorno finisce e la notte ancora non nasce...
vivo male in assenza di te o forse neanche vivo..."



!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


In rete è un tam tam per chiedere che alla Biennale Centroamericana del 2008 non sia accettata l'opera di Guillermo Varga, detto Habacuc: un cane lasciato morire d'inedia in un angolo dietro la scritta, fatta con delle crocchette, "Sei ciò che leggi". L'esposizione (Exposición N°1) si è tenuta in agosto alla Galleria Codice di Managua, in Nicaragua suscitando molte polemiche.
Gli animalisti del Costa Rica, dove è nato Vargas, lo hanno accusato di crudeltà e chiesto che venisse rimossa ma non hanno ottenuto alcun risultato. Diverse persone lo hanno pregato di liberarlo, ma Vargas ha rifiutato, «come se la morte possa essere uno show mediatico» (si legge sul blog di Maaraeme, tra i primi a parlarne). Il cane, che si chiamava Natividad, era stato recuperato da cinque ragazzini per strada e in cambio l'artista aveva dato loro qualche moneta (10 córdobas, ci si comprano 4 biglietti d'autobus, n.d.r.). È morto il giorno successivo secondo quanto ha riferito Marta Leonor Gonzáles, redattrice del supplemento culturale La Prensa.
Habacuc ha dichiarato al quotidiano La Nacion che il suo è stato un omaggio a Natividad Canda, un nicaraguense di 25 anni morto dopo essere stato attaccato da due rottweiler in un officina di Cartago. «Mi riservo di dire che il cane è effettivamente morto. La cosa importante per me è l'ipocrisia della gente. Un animale diventa centro dell'attenzione quando è in un luogo bianco dove la gente va per vedere l'arte ma non quando è in mezzo alla strada morto di fame. Allo stesso modo è successo con Natividad Canda. La gente si è sentita sensibilizzata nei suoi confronti quando se lo sono mangiato i cani».
Di fronte alla reticenza di Vargas molti si chiedono nei blog che fine abbia fatto il cane, altri sono certi che sia stato ucciso deliberatamente, altri ancora se tutto ciò sia davvero successo e se simili provocazioni possano essere considerate "arte". L'unica cosa su cui tutti concordano è la richiesta che l'opera non sia mai più esposta, neppure sottoforma di video.

venerdì, novembre 23, 2007

...




Uffi...il mal di testa proprio non se ne vuole andare...un pò è migliorato ma c'è sempre....

giovedì, novembre 22, 2007

martedì, novembre 20, 2007

Welcome


Questa sera mi avvicino al WEb in punta di piedi a causa di un forte mal di testa scoppiato stamani con il primo freddo del mattino.........pigiama, calzetti, berretto e vestaglia non sembrano calmare il freddo e il dolore alla testa che ho.-
Inserisco una foto, e approfitto per salutarvi tutti.-

domenica, novembre 18, 2007

Sharbat Gula




Questa è una foto molto famosa, multi-premiata, la vediamo spesso anche nei giornali di oggi.
Non ricordo la prima volta che l’ho vista, ma ricordo che ero restata affascinata dalla bellezza di questa ragazza e dai suoi occhi verdi, e lo sguardo magnetico che aveva.
Anch'io mi chiedevo, come penso tanti, che fine avesse fatto.
Poi, nel 2002, quasi 18 anni dopo, il fotografo Steve McCurry l’ha ritrovata e rifotografata.
E’ interessante vedere che donna è diventata, come è stata segnata dalla vita, a differenza di noi donne occidentali che possiamo curarci, che invecchiamo bene e che a 30 anni non siamo più sciupate come lo erano le nostre nonne.

Ecco, l’Afghan-girl non è più una ragazzina, ma una donna invecchiata, con una vita dura alle spalle.
Solo il suo sguardo è ancora quello di un tempo.
Leggiamo la sua storia di donna musulmana che non mostra mai il suo viso, la sua storia di profuga che è diventata famosa senza saperlo e senza che gliene importi.
E dal 2002 è tornata all’anonimità della sua vita.
Queste sono cose fanno riflettere.
È ormai vecchio di 5 anni l’annuncio che il "National Geographic" ha ritrovato la protagonista della foto più famosa dei suoi 114 anni di storia.
La misteriosa “ragazza afgana” che ci ha fissato con i suoi penetranti e incredibili occhi verdi da una tra le più famose copertine di National Geographic Magazine è stata ritrovata quasi vent’anni dopo la pubblicazione della foto nel 1985.
Nel Gennaio 2002, Steve McCurry - il fotografo che nel 1984 fu autore del famoso ritratto - e un team di National Geographic, sono tornati a cercare la ragazza nel campo profughi di Nasir Bagh in Pakistan, dove era stata originariamente scattata la foto.
Tramite una serie di contatti, questa è stata identificata come Sharbat Gula, attualmente sposata e residente in una remota regione dell’Afganistan con la famiglia.
Per avere la certezza dell’identità di Sharbat, National Geographic si è avvalso di un metodo scientifico che permettesse l’inequivocabile conferma dell’identità della ragazza. Sono state applicate diverse tecniche, di alto livello scientifico come l’analisi del riconoscimento dell’iride e il metodo del riconoscimento facciale sviluppato dall’FBI.
«La scienza ha convalidato la reazione istintiva che ho avuto quando ho visto di nuovo il suo volto», dice Steve McCurry, che ha recentemente ritratto la Sharbat di oggi. «Sono certo al 100% che Sharbat Gula sia la “Ragazza Afgana” che ho cercato negli ultimi 17 anni. I suoi occhi sono magnetici oggi come lo erano allora».
«La storia di Sharbat è la metafora della vita di tutti i rifugiati», ha detto William L. Allen, redattore capo di National Geographic Magazine. «È giusto che lei possa essere di nuovo la protagonista della nostra copertina e che ci induca tutti a riconoscere le sofferenze inflitte al popolo che rappresenta».
David Royle, produttore esecutivo e vice presidente di National Geographic Explorer che ha prodotto il documentario, ha dichiarato: «La sua storia, per noi di National Geographic, è stata un grande mistero, come del resto per tutto il mondo. Ritrovarla dopo tutti questi anni ha comportato un grande lavoro di investigazione e un po’ di fortuna, e il processo di conferma scientifica è stato straordinario e illuminante».
La foto del 1984 è il risultato dell’unico incontro che Sharbat Gula avesse mai avuto con una macchina fotografica, e fino a Gennaio 2002, quando le è stata mostrata per la prima volta, non aveva mai visto la famosa fotografia.
Sharbat si è sposata poco dopo l’incontro con McCurry, ha avuto quattro figlie, una delle quali è morta. Appartenente all’etnia Pashtun, è oggi una moglie devota e una madre di famiglia saldamente legata alle tradizioni della sua cultura e della sua religione.
Sharbat Gula è diventata il simbolo della sofferenza di un’intera generazione di donne Afgane e dei loro bambini, e, per questo motivo, la National Geographic Society ha deciso di creare in suo nome uno speciale fondo di assistenza per lo sviluppo e la costruzione di opportunità educative per le giovani donne e le bambine Afgane. La National Geographic Society lavorerà in collaborazione con organizzazioni umanitarie senza fini di lucro e con le autorità locali afgane per l’implementazione del programma di assistenza.

La COCA-COLA avvicina....:-)

Ricordo di Marie A.



Un giorno di settembre,
il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.
E da quel dì
molte molte lune trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
tu chiedi :
" Che né è di quell'amore ? "
Questo ti dico :
" Più non lo ricordo. "
E pure certo, sò cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento:
l'ho baciato un giorno.
Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa sù nel cielo.
Questa ricordo
e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.
B. Brecht

sabato, novembre 17, 2007

Vento...


Questa sera non sono riuscita a trovare nessuna foto interessante sul web, da poter rubare e postare nel mio blog.-

Pazienza...questa sera mentalmente mi sento veramente vuota.-

Chissà come mai, è come se i miei pensieri fossero stati portati via dal vento....


venerdì, novembre 16, 2007

Quelle come me...



Quelle come me,
restano da sole.
Senza volerlo, gli altri…
quelli a cui avresti messo il cuore tra le mani,
senza volerlo,
sé né vanno.
Quell’uomo,
a cui avresti dato il mondo intero ,
sé solo avessi potuto…
senza volerlo,
magari senza un perché,
sé né và per la sua strada.
Quelle come me,
parlano senza parlare,
ti guardano e ti lasciano la foto dentro al cuore,
io ,
non lo so dire il perché,
ma restano da sole.
Sono donne fuori moda,
sanno fare tante cose,
o forse nulla,
e sanno volersi bene poco …
Ma a te,
se l’incontri ,
te ne vorranno fino in fondo,
come solo loro sanno fare,
anche se tu ,
senza volerlo le lascerai da sole.

giovedì, novembre 15, 2007

...



Prendo al volo parole.

Per sorriderti.

Per tenerti.

Per tentarti.

Per avvolgerti.

Per dire e non dire.

Prendo al volo parole.

E saranno stelle e nubi ,

fiori e cuori ,

amore e dolore ,

passione e rabbia e dolcezza.

Prendo al volo parole ,

per farne un aquilone

che tu scorga

volgendo lo sguardo al cielo.

sabato, novembre 10, 2007

Ma io, chi sono ?


Uffffffff, e bene si, anche oggi ho messo la maschera, ho fatto l'uomo e ho tirato fuori i miei artigli....non è facile coprire con un velo, ciò che veramente sono...........chi veramente mi conosce sà molto bene che enorme sofferenza mi procuri tutto ciò, come chi non mi conosce bene, non immaginerebbe mai la ferocia che si nasconde dietro quella maschera ....

venerdì, novembre 09, 2007

mercoledì, novembre 07, 2007

Relax...



Blog day...




Cos’è il BlogDay ?

Il BlogDay è iniziato con la convinzione che i blogger dovrebbero avere un giorno da dedicare a conoscere altri blogger, di altri paesi o aree di interesse.

Quel giorno i blogger li raccomanderanno ai loro visitatori.
Durante il BlogDay ogni blogger posterà una raccomandazione di 5 nuovi blog.

Quel giorno tutti i lettori di blog si troveranno a navigare e scoprire nuovi, sconosciuti blog.
Cosa succederà durante il BlogDay ?
In un lungo momento del 31 Agosto, i blogger di tutto il mondo posteranno una raccomandazione di 5 nuovi blog, preferibilmente blog differenti dalla loro cultura, da loro punto di vista e dalle loro attitudini.
Quel giorno, tutti i lettori di blog si troveranno a navigare e scoprire nuovi e sconosciuti blog, celebrando la scoperta di nuove persone e nuovi blogger.


Oggi siamo il 07 novembre...credo di essermi persa qualcosa..............

martedì, novembre 06, 2007

...

I miei incantesimi sono infranti.
La penna mi cade,
impotente,
dalla mano tremante.
Se il mio libro é il tuo caro nome,
per quanto mi preghi,
non posso più scrivere.
Non posso pensare,
né parlare,
ahimé non posso sentire più nulla,
poiché non é nemmeno un'emozione,
questo immobile arrestarsi sulla dorata soglia del cancello spalancato dei sogni,
fissando in estasi lo splendido scorcio,
e fremendo nel vedere,
a destra e a sinistra,
e per tutto il viale,
fra purpurei vapori,
lontano dove termina il panorama nient'altro che Te.

domenica, novembre 04, 2007

Libri



Tutti i libri del mondo non ti danno la felicità, però in segreto ti rinviano a te stesso.
Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno, sole stelle luna.

Perché la luce che cercavi vive dentro di te.
La saggezza che hai cercato a lungo in biblioteca ora brilla in ogni foglio, perché adesso è tua.


Hermann Hesse da La felicità, versi e pensieri

sabato, novembre 03, 2007

Quando bere del buon the......


Per me, che sono un'appassionata di the, di qualunque tipo, ho trovato in un blog " Al volto " questa serie di ricorrenze per potersi degustare al meglio la propria pausa the :


Nei momenti di riposo.
Quando la poesia ci annoia.
Quando i pensieri sono confusi.
Seguendo il ritmo delle canzoni.
Quando la musica tace.
Vivendo in isolamento.
Dedicandosi a passatempi raffinati.
Conversando a tarda notte.
Studiando in un giorno di sole.
Nella camera nuziale.
Intrattenendo ospiti di riguardo.
Ospitando intellettuali o belle fanciulle.
Facendo visita ad amici tornati da lontano.
Col bel tempo.
Quando il cielo è coperto di nubi.
Osservando i battelli scivolare sul fiume.
Fra gli alberi e i bambù.
Quando spuntano i fiori e cantano gli uccelli.
Nei giorni caldi in riva a uno stagno di ninfee.
Bruciando incenso nel cortile.
Dopo che gli ospiti ubriachi se ne sono andati.
Quando i giovani se ne sono usciti.
In visita a templi isolati.
Guardando sorgenti e dirupi scoscesi.

da "Ch' a Shu" di Hsu Tze Shu

giovedì, novembre 01, 2007

Per i miei parenti italiani...


C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino.
Decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo.
Così partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: " guardate quel ragazzo quanto è maleducato...lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano ".
Allora la moglie disse a suo marito : " non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio. "
Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.
Arrivati al secondo paese, la gente mormorava : " guardate che svergognato quel tipo...lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino, mentre lui vi stà comodamente in groppa. "
Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.
Arrivati al terzo paese, la gente commentava : " pover'uomo ! dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull'asino, e povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere ! "
Allora si misero d'accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull'asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese : " sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta, gli spaccheranno la schiena ! "
Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino, ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: " guarda quei 3 idioti ; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli ! "

" Conclusione : ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
Quindi : vivi come credi, fai cosa ti dice il cuore...ciò che vuoi...una vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali.
Quindi : canta, ridi, balla, ama...e vivi intensamente ogni momento della tua vita...prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi. "

Charlie Chaplin

Venite, o spiriti che presiedete ai pensieri di morte...
Fate denso il mio sangue.
Sbarrate la strada e il passaggio al rimorso.
Che nessun repentino riflusso di natura ostacoli il mio fermo proposito.
Venite, dunque, al mio seno di donna, e succhiatene il latte in cambio di fiele.
Voi, ministri del crimine, dovunque siate, invisibili forme al servizio della natura malvagia.
Vieni, densa notte, e ammantati del fumo più buio dell'inferno.
Che il mio aguzzo coltello non veda le ferite che infligge, né il cielo possa sbirciare oltre la coltre nera e gridare:
" Ferma ! Ferma ! ".
William Shakespeare - Macbeht